SPLASH! IMPARIAMO A NUOTARE!

Il nuoto per i bambini è una fonte preziosa di benessere e di crescita: rafforza la muscolatura, rendendola più omogenea, equilibrata e funzionale, irrobustisce le ossa, è molto importante per avere una postura corretta, prevenendo la scoliosi, aiuta a respirare bene e a far funzionare correttamente l’apparato cardiocircolatorio. Ma oltre ai benefici fisici, l’attività sportiva in acqua aiuta a migliorare le capacità cognitive, la concentrazione e perfino l’autostima dei bambini. Ecco perché tutti i medici suggeriscono alle mamme di iscrivere i propri figli, già in tenera età, a corsi di nuoto. Non sempre però è facile convincere i bambini (e i genitori) a iniziare questo tipo di attività sportiva.

Abbiamo incontrato il maestro Silvano, che insegna nuoto a Jesolo da tanti anni a residenti e turisti, e gli abbiamo chiesto alcuni consigli.

Come approcciare i bambini piccoli all’acqua?

Non usate tecniche impulsive ma fate passaggi graduali. Insegnate l’alleanza con l’acqua e con il mare. Il bambino deve sentire il mare come un amico con cui giocare, non deve nuotare mai contro il mare, ma insieme al mare. Nella maggior parte dei casi, l’unica acqua che conoscono i bambini di tre, quattro anni è quella del bagnetto con la mamma, il resto, nel bene o nel male, lo trasmettiamo successivamente noi adulti. A quell’età il bambino si affaccia al mare e alle piscine con le sue dotazioni limitate di capacità respiratoria e movimenti muscolari, ma con tanta curiosità su quel nuovo elemento che lo circonda. Nell’acqua può fare i movimenti con disinvoltura, l’acqua gli scappa dalle mani e il grande gioco inizia.

Che ruolo ha l’adulto nel trasmettere il corretto approccio all’acqua?

L’acqua non ha colore, siamo noi adulti che dobbiamo trasmettere al bambino l’iride della gioia! Talvolta i genitori sono preoccupati perché a quell’età i bambini non galleggiano, ragionando solo da adulti, e a volte programmano con accanimento lezioni su lezioni di nuoto, in modo da raggiungere velocemente e solamente il loro obiettivo.

Cosa bisogna fare invece?

In realtà bisogna rispettare i tempi del bambino, avvicinarsi alle sue difficoltà nell’eseguire i movimenti acquatici, gratificarlo sempre, qualunque risultato abbia raggiunto.

Ricordiamoci che i nostri figli sono i “tomorrow adults”!

Lei, alle sue lezioni, porta sempre una sacca piena di giochi divertenti e originali, perché?

A mio parere, il gioco a questa età deve avere il dominio su tutto. Nella mia gerarchia di valori primeggia l’interesse del bambino a partecipare alla prossima lezione di nuoto. In primis sono loro ad ispirarmi nella continua evoluzione dei giochi.

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